Ho scritto per il nuovo Cabaret Voltaire questo pezzo sulla scomparsa del mio amico Mr Wiggles. Che era un orsetto, quindi impietositevi moderatamente.
Uno se ne sta in una località di mare, a bordo
piscina, con un calice di prosecco ghiacciato alle 11 del mattino (perché
l’alcolismo in vacanza non esiste), mentre si crogiola al sole noncurante
dell’eritema che di lì a poco lo trasformerà in una brutta copia del protagonista
di “Halloween”. Metti che uno, per vezzo, nello stesso momento si metta a
sfogliare una rivista, tipo Internazionale. Ed ecco che il trauma è dietro
l’angolo; perché quella domenica di luglio Giovanni De Mauro, direttore del
settimanale, annuncia: “Qualche settimana fa è arrivata un’email da Neil Swaab:
‘The end of Mr. Wiggles. Ho disegnato questa striscia per tanti anni ed è stata
la cosa più gratificante che abbia mai fatto. Ma Mr. Wiggles è arrivato al capolinea’.”
Ecco, ora non è carino parlare su una rivista
bellissima dei pregi di un’altra rivista bellissima – tipo quelli che vanno
ospiti in trasmissioni di altri gruppi televisivi e si prestano alla pantomima:
“Allora quando parte il tuo nuovo show?” “Oddio, ma posso parlarne? Cioè, anche
se è della concorrenza?” “Beh, sì.” “Sicuro?” “Certo.” “Ah, beh allora…” – però
Internazionale, oltre a tradurre ogni settimana il meglio della stampa di tutto
il mondo, offre anche una selezione di strisce comiche e vignette davvero
eccezionali. E “Mr Wiggles” era una di queste, era anzi la migliore. Io
cominciavo a leggere sempre da lì.
E perché la chiusura di Mr Wiggles deve essere
accolta con il più grande sgomento? Perché Mr Wiggles era una striscia impareggiabile:
innanzitutto perché il protagonista del titolo è un
orsetto erotomane, tossicomane, razzista, misogino, acido, psicotico,
parassita, inconcludente, sboccato. Cosa volere di più?
La prima vignetta fu
pubblicata il 27 settembre 1999: l’orsetto Wiggles è di fronte a un’assistente
psicologica che deve seguire la sua terapia, essendo lui accusato di “indecent
exposure, gross sexual misconduct, corruption of a barnyard animal, misuse of a
shampoo bottle, anal negligence and parking in a loading zone” (meglio non
tradurre); per vederle pubblicate in Italia bisogna però aspettare il novembre
2004: la prima avventura italiana di Mr Wiggles lo vede alle prese con una
donna delle doti anatomiche alquanto peculiari (“Vedi, quando un uomo paga per
i servizi di una prostituta, si aspetta tutta una serie di cose…” – “Il
problema è la mia vagina orizzontale?” – “Non posso dire che il problema non
sia la tua vagina orizzontale”).
E da lì è un
susseguirsi di avventure, battute, vicende che più politicamente scorrette e
dissacranti non si può, tutto al motto più volte sbandierato di “Deviancy has
never been so funny” (La devianza non è mai stata tanto divertente). In effetti
Mr Wiggles strappa risate irresistibilmente di pancia anche quando fa o dice le
cose più improbabili: passa dall’elogio del crack alla dissacrazione di San
Valentino, dall’incatenare un’anziana al termosifone al sedurre un tacchino per
il Thanksgiving, dal fornire ambigue lezioni di lotta a un adolescente al
proporre sesso occasionale a lesbiche in un bar.
Ovviamente tutto ciò
che Mr Wiggles fa è esecrabile e aberrante: se solo non fosse un orsetto a
compiere tutte quelle azioni, la prima reazione sarebbe quella di disgusto; ma
Mr Wiggles, proprio per il fatto di essere un animale così diverso da noi eppure
così familiare e quasi tenero all’aspetto, può permettersi di scavare nelle
profondità più torbide delle nostre ossessioni e delle nostre paure, può
prendersi gioco di convenzioni e moralismi che mettono a nudo i nostri punti
deboli. Sesso, paranoie, dipendenze, violenze psicologiche e fisiche di vario
tipo: non sono per caso le cose a cui pensiamo o di cui sentiamo parlare più
spesso, e sempre più spesso nel modo più sbagliato o noioso?
Mr Wiggles è una
specie di antieroe dei tempi moderni, come antieroi siamo ormai tutti quanti,
ed è tanto più apprezzabile perché la sua arma principale è quella di un
linguaggio ficcante, ironico, irriverente, cinico all’inverosimile.
Tutte le cose belle,
però, prima o poi finiscono: Neil Swaab, il vignettista americano che ha
disegnato il terribile orsetto per più di dodici anni, ha deciso di concludere
le pubblicazioni con la vignetta numero 666 prima di doverlo trascinare senza
più stimoli (le grandi dive, si sa, si ritirano sempre al culmine della fama).
Nell’ultima vignetta, Wiggles, accusato di terribili crimini, deve fuggire su
un treno e salutare il coinquilino di una vita (la controparte di Swaab,
appunto): la scena è quasi commovente, se non fosse l’ultima battuta
dell’orsetto: “Hey, Neil. That cloud behind you… it looks like a penis.” (anche
qui sorvoliamo sulla traduzione).
Ha proprio ragione De
Mauro: “Mr Wiggles è l’amico cattivissimo che racconta
barzellette feroci, ma così divertenti da far ridere fino alle lacrime. E dalla
prossima settimana ci mancherà.” Le vignette si possono trovare su internet,
però, sul sito di Internazionale e su mrwiggleslovesyou.com. E quindi forse Mr
Wiggles ci mancherà un po’ meno.