giovedì 21 ottobre 2010

La prima Liberlist, prima di Liberlist

Liberlist era una rubrica che usciva ogni mese sul Corriere Vicentino, in alcune pagine culturali che qualcuno poi ha un certo punto ha deciso non servire più a nessuno (a ragione?). Da quell'esperimento nasce il titolo del blog, e così il suo obiettivo di parlare di libri in un mondo in cui nessuno parla di libri (o in cui ne parlano tutti, e questo è il problema). Il primo numero uscì nel marzo 2008, ed era questo:

Sei libri utili anche come arma di difesa personale
1. Umberto Eco, Il nome della rosa (Bompiani) Nella mia edizione sono 478 pagine, per di più con la copertina rigida, che fa più male. Ma non è il solo motivo per tenerlo in borsa contro i malviventi: è anche un libro straordinario che insegna, fra le altre cose, che non ci si deve leccare le dita prima di girare le pagine (nemmeno quelle del Corriere Vicentino).
2. Vittorio Sermonti, L’Inferno di Dante (Bur) Poco meno di 650 pagine (e questa è solo la prima cantica). Ci sono tutti i canti dell’Inferno dantesco commentati da uno degli studiosi e dei lettori più competenti e appassionati della Commedia. Per chi non s’accontenta di Benigni.
3. Isaac Asimov, Il ciclo della Fondazione (Mondadori) Se non l’avete letto, vuol dire che di fantascienza siete ancora all’ABC. Si va dalla fondazione di una repubblica in un pianeta sperduto, al crollo dell’impero intergalattico, al superdittatore Mutante. Insomma molto di meglio (e prima) di Star Wars. Il tutto in “sole” 739 pagine.
4. Barbacetto-Gomez-Travaglio, Mani sporche (Bur) Letteralmente un mattone. Ma tanto non arriverete mai in fondo alle 914 pagine. La nausea avrà la meglio molto prima.
5. Miguel de Cervantes, Don Quijote de la Mancha (vv.edd.) L’edizione della Real Academia Española per il quarto centenario di quest’opera immortale ha 1249 pagine, tutte fine fine (ancor più pericolose, perché tagliano). E poi volete mettere stendere uno con le avventure del cavaliere più visionario e strampalato della storia della letteratura? Solo un pazzo (appunto) non si toglierebbe lo sfizio.
6. Giorgio dell’Arti, Catalogo dei viventi 2007 (Marsilio) Se siete famosi o avete fatto comunque cose notevoli siete qui dentro, in queste 1806 pagine. Sennò datevi da fare.


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