Una cosa che mi pare non sia stata ancora abbastanza discussa nel dibattito sul passaggio dai libri di carta ai libri digitali è il rapporto con l’acquisto del libro. Il libro di carta contiene tradizionalmente in sé due identità fortissime e due ragioni d’acquisto: una legata al suo contenuto e alla lettura, e una all’oggetto. È arcinoto che il possesso dell’oggetto libro è fortemente associato al suo acquisto, e a volte addirittura ne è la ragione prioritaria. Molti di noi hanno detto qualche volta “non me lo prestare, voglio averlo” o viceversa si sono rifiutati di prestare libri già straletti pur di non privarsene. La quasi totalità della carta che occupa ampi volumi nelle nostre librerie è lì unicamente per ragioni sentimentali o di arredamento.
Arriva il libro digitale, e la scomparsa dell’”oggetto libro” col suo fascino e il suo ruolo. E il consueto paragone con la trasformazione che ha riguardato il mercato della musica incontra infine grossi limiti: perché le canzoni, anche disassociate dal feticcio disco, mantengono un loro uso frequente e ripetuto, che resta sempre prevalente. Possedere gli mp3 non significa soltanto possederli, ma significa usarli e goderne con continuità: e infatti si sono sperimentati sistemi di disponibilità d’uso senza possesso. (...)
Si annunciano tempi incasinati e appassionanti. La musica non è morta, nel frattempo.
martedì 26 ottobre 2010
Tractatus Logico-Philosophicus in ebook
Cito da Wittgenstein (il blog) qui, nella mia più fedele tradizione di blogger:
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
però non è che sta benone, mi pare. la musica, intendo.
Posta un commento